Nel secondo trimestre del 2024 l'attività economica e il commercio mondiali hanno continuato ad espandersi a ritmo moderato mentre le prospettive rimangono contenute. Continuano a pesare gli effetti delle politiche monetarie ancora restrittive, l'incertezza alimentata dai conflitti in corso, la generale fiacchezza del ciclo manifatturiero così come le difficoltà del trasporto marittimo.
Nel nostro Paese, in questa prima metà del 2024, i risultati della produzione industriale rimangono ancora in terreno negativo: -0,8% nel secondo trimestre rispetto al precedente e -1,7% nel confronto tendenziale.
Nel settore metalmeccanico si riscontra una situazione ancora più difficile: in termini congiunturali, nel secondo trimestre il calo produttivo è stato dell'1,5%, dopo il -2,1% registrato nel primo; mentre in termini tendenziali, alla contrazione del 3,9%, segnata nei primi tre mesi dell'anno, ha fatto seguito un -3,4% nei successivi tre.
In questo primo semestre del 2024 la produzione metalmeccanica è diminuita in maniera diffusa in tutti i comparti dell'aggregato, ma in particolar modo in quello degli Autoveicoli e rimorchi i cui volumi di produzione hanno segnato cali congiunturali sempre più accentuati nei singoli trimestri.
Le dinamiche produttive sono state disomogenee nei diversi comparti e questo anche perché il settore metalmeccanico è un settore fortemente eterogeneo sia per l'inclusione di una vasta gamma di attività produttive, molto diversificate tra loro, sia per le differenti dimensioni che caratterizzano le imprese metalmeccaniche.
Anche nell'Unione Europea, in questa prima metà dell'anno in corso, l'attività metalmeccanica è risultata in forte sofferenza e le dinamiche produttive, ancora negative nei principali paesi membri, risultano evolvere in maniera differenziata. In Germania la produzione si è ridotta in temini congiunturali dell'1,9% nel primo trimestre e dell'1,3% nel secondo; in Francia dopo il crollo registrato nel primo trimestre (-3,5% rispetto al precedente) nel secondo il risultato è stato ancora negativo (-1,2%), mentre in Spagna dopo il +1,2% congiunturale del primo trimestre, nel secondo ha cambiato segno con un -0,7%.
Nel corso dei primi sei mesi del 2024, l'export del nostro paese ha risentito della debolezza del commercio mondiale ancora condizionato dai tanti fattori di incertezza che caratterizzano il contesto internazionale. Le esportazioni metalmeccaniche, nella prima metà dell'anno in corso, si confermano negative e la dinamica trimestrale, non solo convalida il trend discendente, che già nell'ultima parte del 2023 era entrato in terreno negativo (- 1,1%), ma in questo secondo trimestre evidenzia un nuovo inasprimento.
Con riferimento alle aree di destinazione, più marcata è stata la contrazione registrata dalle esportazioni dirette verso l'Unione Europea (-5,5% su base annua), rispetto a quelle indirizzate verso i mercati esterni all'area (- 0,5%), e il calo pur avendo interessato tutti inostri principali partner commerciali, è stato determinato in particolar modo dal crollo registrato sul mercato tedesco (-11,1% rispetto ai primi sei mesi del 2023).
I risultati dell'indagine trimestrale di Federmeccanica confermano il proseguimento della difficile fase nella quale versa il settore, oramai da molti trimestri, e che non trova conforto nemmeno negli indicatori previsivi che, nel breve periodo, permango negativi:
- il 34% delle imprese intervistate dichiara un portafoglio ordini in peggioramento e sale al 39% (dal 32% della scorsa rilevazione) la quota di imprese che si ritiene insoddisfatta delle consistenze in essere;
- il 32% delle imprese (in forte aumento rispetto al precedente 21%) prospetta una contrazione nei livelli di produzione totale;
- la percentuale di imprese che valuta cattiva o pessima la situazione della liquidità aziendale aumenta dal 6% della scorsa indagine all'attuale 7%;
- si espande la quota di imprese che prevede una riduzione i livelli occupazionali nei prossimi sei mesi (14% in salita dal precedente 11%).
Inoltre, i dati INPS mostrano un incremento del ricorso all'istituto della Cassa Integrazione: +38,4% nel periodo gennaio- luglio 2024 rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. In particolare, le ore autorizzate di CIGO sono aumentate del 70,1%, mentre quelle di CIGS del 3,5%.