In aumento i segnali di indebolimento dell’economia italiana, soprattutto nell’industria. La crescita è più fragile, con il lento calo dell’inflazione e il credito più caro.
Si continuano ad accumulare segnali di indebolimento, specie per l’industria e le costruzioni, sebbene il +0,6% del PIL italiano nel 1° trimestre frutti una crescita già acquisita di +0,9% nel 2023.
L’inflazione lenta a scendere e i tassi in aumento, però, frenano consumi e investimenti, mentre la fiacchezza nei mercati di sbocco ferma l’export italiano.
L’export italiano di beni è diminuito in marzo e aprile (-2,3% e -1,7%, in valore), sia nei mercati UE che extra-UE; male gli intermedi. Su base annua, la dinamica delle vendite di beni all’estero si è molto ridotta (+1,1% in aprile), penalizzando l’industria. Il commercio mondiale mostra un recupero a marzo, grazie al traino della Cina, non dell’Europa; in aprile migliora l’attività portuale di movimentazione container.
Questo è quanto emerge dall'ultima Congiuntura Flash del Centro Studi Confindustria, disponibile in allegato.