L’attività produttiva metalmeccanica, dopo il rallentamento della fase espansiva osservata nel terzo trimestre del 2021, nella parte finale dell’anno ha evidenziato risultati negativi. È quanto emerge dall’indagine congiunturale di Federmeccanica. Il peggioramento osservato risulta in parte ascrivibile a un diffuso rallentamento di tutte le attività metalmeccaniche, ma trae principalmente origine dai risultati fortemente negativi del comparto automotive.
Nonostante la flessione registrata nell’ultimo trimestre del 2021, la produzione metalmeccanica relativa all’intero anno è cresciuta mediamente del 15,9% rispetto al 2020 recuperando completamente il crollo osservato nell’anno dello scoppio della pandemia.
Nel 2021 si è più che dimezzato il ricorso alla CIG mentre l’occupazione nelle grandi imprese metalmeccaniche è rimasta sostanzialmente stabile nel confronto con l’anno precedente.
Dopo il calo produttivo osservato nella parte finale del 2021, gli indicatori previsivi contenuti nell’indagine di Federmeccanica segnalano un nuovo miglioramento delle prospettive a breve già a partire dai primi mesi del 2022. Le attese delle imprese sono comunque fortemente condizionate da molteplici fattori ma soprattutto dalle conseguenze economiche del conflitto Russia-Ucraina che ha inasprito la spirale dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime, comportando sanzioni che avranno contraccolpi sull’economia mondiale.