
La pandemia ha determinato in tutto l’Occidente l’avvio di imponenti iniziative di intervento pubblico nell’economia, dapprima destinate al sostegno dei redditi e poi alla definizione di un quadro di sviluppo di medio periodo, incardinato sulla duplice transizione ecologica e digitale, per ridurre la dipendenza strategica da potenze geoeconomiche sempre meno allineate agli interessi europei e nord-americani.
Le ragioni dell’intervento pubblico trovano il loro principale fondamento in un ridimensionamento della domanda aggregata che è senza precedenti nel dopoguerra, e che consegue a un arresto dell’attività produttiva durato abbastanza a lungo da essersi portato dietro conseguenze persistenti.
L’uscita dalle regole del gioco che hanno accompagnato lo sviluppo economico e industriale negli anni della globalizzazione galoppante (mercati fluidificati, multilateralismo imperante, commercio internazionale come motore della crescita mondiale) implica una crescente difficoltà di interpretazione delle tendenze in corso e quindi anche della capacità di anticipazione del futuro.
L’interpretazione delle evoluzioni in corso, a partire da quelle che riguardano l’assetto manifatturiero globale è oggetto del Rapporto del Centro Studi Confindustria "La manifattura al tempo della pandemia. La ripresa e le sue incognite".
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Scenari industriali CSC - novembre 2021.pdfA chi rivolgersi

