65 studenti reggiani hanno partecipato a “Eureka!Funziona!”
Progetto di Federmeccanica e Unindustria Reggio Emilia rivolto ai piccoli inventori.
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13/06/2022
65 studenti reggiani hanno partecipato a “Eureka!Funziona!”

Sono stati 65 gli alunni che hanno partecipato alla decima edizione di Eureka!Funziona! la gara nazionale di costruzioni tecnologiche per giovani inventori, promossa da Federmeccanica in accordo con il Ministero dell’Istruzione e con la collaborazione con Unindustria reggio Emilia.
Sono stati coinvolti i bambini della quinta elementare di Ramiseto, la pluriclasse quarta – quinta di Ligonchio, le due classi quarte di San Bartolomeo e la classe 4B della primaria Pezzani di Reggio Emilia.
Nonostante le difficoltà dovute al Covid i bambini sono riusciti ad incontrarsi e a sperimentare nuove modalità di lavoro di gruppo per dar forma alle loro idee e per imparare divertendosi.
Reggiano è anche il contributo di Amelia Ferretti che aveva partecipato ad una precedente edizione del concorso, che è stata intervistata durante il TG nazionale della gara e ha raccontato la propria esperienza di qualche anno fa e ha sottolineato: “il lavoro di squadra e la possibilità di condividere idee e pensieri sono stati l’insegnamento più importante, oltre a sviluppare l’amore per le materie scientifiche”. Amelia infatti si è appassionata a fisica e matematica e sogna di: “diventare ingegnere”. 
L’obiettivo del concorso è educare all’imprenditorialità: stimolare l'ingegno e sviluppare le competenze interdisciplinari e l’attitudine al lavoro di gruppo di migliaia di bambini al terzo, quarto e quinto anno della scuola elementare. I partecipanti hanno elaborato, partendo da un kit di materiali, un’invenzione giocattolo traendo ispirazione dalla vita quotidiana. Il principio che anima Eureka! Funziona!, infatti, è proprio quello di utilizzare “l’invenzione” come strumento per imparare.
I giochi sono stati quest’anno anche un modo per esprimere i sentimenti che gli avvenimenti di questi mesi hanno suscitato in classe: molti dei lavori realizzati, infatti, richiamano i valori della pace, della solidarietà e della fratellanza. 
Eureka! Funziona! ha coinvolto, in dieci anni, oltre 100.000 bambini della scuola primaria in tutta Italia. Federmeccanica ha inviato alle classi aderenti un kit con vari oggetti (magneti, elastici, fili in metallo, dischi di cartone, asticelle di legno, palloncini, motorini, pannelli solari) con cui gruppi di 4 o 5 bambini hanno inventato e realizzato un giocattolo in grado di muoversi utilizzando il principio fisico contenuto nel kit. Ogni bambino ha avuto un ruolo preciso nel team: chi è disegnatore tecnico, chi si occupa del diario di bordo per raccontare le varie fasi del lavoro, chi costruisce materialmente l’oggetto e chi progetta una campagna pubblicitaria. Le uniche due regole: prevedere la mobilità del giocattolo e vietato farsi aiutare dagli insegnanti!
«Siamo orgogliosi di questo progetto anche perché riconosciuto come best practice dal Ministero – evidenzia Claudio Galli, Vicepresidente Unindustria con delega all’Education - La formazione e lo sviluppo di competenze trasversali (lavoro in team e problem solving), così come la propensione all’autoimprenditorialità sono elementi centrali per la crescita competitiva del nostro Paese. Eureka!Funziona! è inoltre una prima palestra “culturale” dove, con grande semplicità e naturalezza, vengono abbattuti stereotipi e distinzioni di genere nei confronti delle materie scientifiche e della loro applicazione. Dà ai bambini l’opportunità di applicare praticamente le conoscenze apprese durante lo studio sui banchi di scuola delle diverse discipline (matematica, italiano, musica, disegno tecnico e artistico) in una logica trasversale e in questo modo fa comprendere loro come ciò che viene studiato può calarsi nella realtà di tutti i giorni. E’ una prima opportunità per coniugare studio e formazione sul campo come ad esempio avviene nel cammino successivo con i percorsi trasversali per l'orientamento, o con gli ITS, o i tirocini o l’apprendistato, nati appunto per calare nel mondo reale ciò che si studia sui libri».
 

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Alberto Seligardi
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