Il Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio Emilia – composto da 400 aziende, impiega oltre 27.000 dipendenti per oltre 11 miliardi di euro di fatturato complessivo – partecipa all’iniziativa nazionale di Federmeccanica “I giorni della metalmeccanica”.
Ogni tre mesi viene illustrato il quadro congiunturale di settore.
Quadro congiunturale nazionale settore metalmeccanico
Dopo la forte caduta della produzione metalmeccanica nell’ultimo trimestre del 2021, nella media dei primi tre mesi dell’anno in corso si registra una significativa attenuazione della fase negativa dell’attività produttiva settoriale. Nel primo trimestre del 2022, infatti con un +1,3% si è confermata positiva la dinamica produttiva rispetto all’analogo periodo del 2021.
Dopo il rallentamento osservato nella parte finale dello scorso anno, in questi primi mesi del 2022 le esportazioni metalmeccaniche del nostro Paese hanno evidenziato una forte dinamicità. Nel periodo gennaio-marzo, infatti, le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute del 18,3%, nel confronto con l’analogo trimestre dell’anno precedente, mentre le importazioni si sono incrementate del 25,0% determinando un saldo pari a 7,9 miliardi di euro. I forti incrementi registrati sono però influenzati dalla crescita dei valori medi unitari che spiegano in parte le dinamiche decisamente positive sia delle esportazioni in valore sia delle importazioni. La dinamica occupazionale nelle imprese metalmeccaniche con oltre 500 addetti, dopo aver evidenziato un trend discendente nella parte finale del 2021, nei primi tre mesi dell’anno in corso ha registrato una sostanziale stabilità.
Sulla base delle indicazioni che emergono dai risultati della nostra consueta indagine trimestrale, risulta che il clima congiunturale si mantiene positivo anche se in peggioramento rispetto alla precedente rilevazione e dalle previsioni non emerge ancora l’effettivo impatto che la guerra potrà avere sull’attività produttiva del settore.
Quadro locale
Nel primo trimestre dell’anno in corso, l’attività produttiva delle aziende metalmeccaniche della provincia di Reggio Emilia evidenzia alcuni segnali di rallentamento dovuti agli ulteriori forti rincari energetici e delle materie prime e alle ripercussioni della guerra in Ucraina. Il conflitto, infatti, ha inasprito ancor di più la spirale dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime, reso più difficile il reperimento di materiali e forniture necessarie per le attività produttive e le incognite sulla sua durata accrescono il clima di incertezza a livello globale.
Nello specifico, la crescita della produzione industriale si è fermata al 11,1%, rispetto all'analogo periodo del 2021. In questo caso va rilevato che il confronto è avvenuto con un trimestre che era ancora profondamente condizionato dalla pandemia. Analogo l'andamento del fatturato, che nel trimestre segna un incremento del 10,3% su base annuale. Un contributo positivo all’attività produttiva metalmeccanica è stato dato dalle esportazioni, punto di forza delle imprese reggiane.
L’occupazione nel settore metalmeccanico ha registrato un incremento di circa 3 punti. Gli indicatori previsivi relativi ai prossimi tre mesi segnalano valutazioni ancora positive ma in peggioramento rispetto alla precedente rilevazione.
Il commento
“In questo nuovo scenario le prospettive di crescita dell’economia sono state ulteriormente riviste al ribasso dai principali istituti di ricerca economica – afferma Alberto Rocchi, Presidente del Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio Emilia - Le attese delle imprese sono, infatti, fortemente condizionate dalle conseguenze economiche e umanitarie del conflitto russo-ucraino. Vi sono alcune imprese che potrebbero interrompere o ridurre la propria attività a causa dell’incremento dei costi energetici o dell’interruzione delle forniture di materie prime e componenti. In un momento così difficile occorre mettere in campo tutti gli strumenti volti a difendere la competitività delle imprese italiane. Penso ad esempio al taglio del cuneo fiscale e contributivo, che avrebbe il duplice vantaggio di sostenere la competitività delle nostre imprese e al tempo stesso di difendere il potere di acquisto dei lavoratori”.