Il Centro Studi Confindustria alza le stime di crescita per l’Italia
Secondo il Rapporto di previsione elaborato dal Centro Studi Confindustria, la crescita italiana ha sorpreso in positivo nel 2023, arrivando al +0,9% annuo. In decelerazione dai ritmi altissimi del 2021-2022, ma molto meglio dei modesti ritmi italiani pre-pandemia. Nel biennio 2024-2025, oltre al miglioramento della domanda globale che darà nuovo impulso all'export, due fattori potranno sostenere la crescita italiana su ritmi significativi: il taglio dei tassi di interesse da parte della BCE e l'attuazione del PNRR che sta entrando nel vivo.
Centro Studi
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22/04/2024
Il Centro Studi Confindustria alza le stime di crescita per l’Italia

Secondo il Rapporto di previsione di primavera "Tassi, PNRR, superbonus, energia: che succederà alla crescita italiana", elaborato dal Centro Studi Confindustria, la crescita italiana ha sorpreso in positivo nel 2023, arrivando al +0,9% annuo nonostante i tassi e l'inflazione alti. In decelerazione dai ritmi altissimi del 2021-2022, che incorporavano il recupero post-pandemia, ma molto meglio dei modesti ritmi italiani pre-pandemia. Una crescita 2023 che è pari al doppio di quella media dell'Eurozona. Da notare, peraltro, che, se non si fosse verificato uno straordinario decumulo delle scorte (-1,3 il contributo al PIL), la crescita del PIL italiano sarebbe arrivata al +2,2%. Il PIL italiano nel 2024 è atteso crescere in linea con la dinamica osservata nel 2023: nello scenario base, il CSC prevede un incremento annuo del +0,9%, ovvero 0,4 punti percentuali in più rispetto a quanto previsto nello scenario di ottobre scorso. La crescita nel 2025 è attesa poco superiore, al +1,1%.

Nel biennio di previsione 2024-2025, oltre al miglioramento della domanda globale che darà nuovo impulso all'export, due fattori potranno sostenere ancora la crescita italiana su ritmi significativi. Il primo è il taglio dei tassi di interesse da parte della BCE. Negli ultimi comunicati ufficiali, è divenuto evidente che la BCE non sta più pensando a ulteriori rialzi e intravede l'inizio di una fase di tagli. Il secondo driver di crescita nel biennio di previsione è l'attuazione del PNRR che sta entrando nel vivo: nel 2024 e 2025, infatti, l'ammontare delle risorse del Piano da spendere per investimenti e riforme è pari rispettivamente a 42 e 58 miliardi di euro, cioè oltre 2 punti di PIL all'anno, 100 miliardi nel biennio. Sebbene sia difficile fare delle ipotesi precise sugli impatti complessivi che le risorse del PNRR, da poco rimodulato dal Governo, avranno sulla crescita dell'economia, perché mancano informazioni proprio su vari aspetti della rimodulazione, la spinta al PIL di una piena attuazione del Piano sarà in ogni caso molto forte, determinante per tenere alta la crescita italiana.

In uno scenario globale, nel biennio di previsione l'economia si manterrà su un sentiero di espansione anche se a ritmi moderati. La crescita sarà sostenuta dalle economie emergenti, in lieve accelerazione, da quella USA, che non ha risentito degli alti tassi, ma è prevista in graduale rallentamento anche per l'aumento dell'incertezza connessa alle elezioni presidenziali, e solo nel 2025 da una migliore dinamica nell'Eurozona che quest'anno rimarrà ancora sui ritmi del 2023. Esistono, tuttavia, significativi rischi al ribasso, che riguardano un aumento delle tensioni geopolitiche, un'escalation dei conflitti militari in atto e ulteriori interruzioni nelle catene globali di fornitura, soprattutto nei trasporti internazionali. In positivo, invece, potrebbero sorprendere una possibile tenuta del robusto ritmo di crescita degli Stati Uniti e una ripartenza più veloce dell'economia europea, a partire da quella tedesca, soprattutto nel caso di un rientro dei tassi più rapido dell'atteso.

Allegati

Rapporto di previsione CSC aprile 2024

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Alberto Seligardi
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