CSC: Rapporto di previsione sull'economia italiana
La risalita del Pil italiano nel 2021 è più forte delle attese: +6,1%, 2 punti in più rispetto alle stime di aprile, seguito da un ulteriore +4,1% nel 2022. Lo rileva il Rapporto di previsione del Centro Studi Confindustria intitolato "Quale economia italiana dall'uscita dalla crisi?".
Centro Studi
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19/10/2021
CSC: Rapporto di previsione sull'economia italiana

La risalita del Pil italiano nel 2021 è più forte delle attese: +6,1%, 2 punti in più rispetto alle stime di aprile, seguito da un ulteriore +4,1% nel 2022. Lo rileva il Rapporto di previsione del Centro Studi Confindustria intitolato "Quale economia italiana dall'uscita dalla crisi?", che analizza le tendenze dell’economia ed elabora proposte di politica economica per favorire una maggiore crescita del Pil, dell’occupazione, e la riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil sulla base di quattro direttrici di lavoro: la congiuntura e le previsioni economiche, le tendenze dei sistemi industriali, gli scenari geoeconomici, la valutazione delle politiche pubbliche.

Nell'industria, nella prima metà del 2021 la produzione è salita gradualmente, riportandosi a giugno sopra il livello pre-pandemia. Più di recente, però, "l'attività e anche la fiducia delle imprese hanno registrato una leggera attenuazione. L'insufficienza di materiali è diventata un fattore di crescente ostacolo alla produzione: hanno pesato le interruzioni sulla catena di distribuzione e l'allungamento dei tempi di consegna. Inoltre, ha effetti sfavorevoli la dinamica negativa dell'attività industriale nei principali partner commerciali (Germania e Francia)".

Nel dettaglio nel corso del 2021 l'indice di produzione industriale è salito gradualmente, ma ad un ritmo via via decrescente (+1,5% nel primo trimestre, +1,2% nel secondo) riportandosi a giugno al di sopra del livello immediatamente antecedente la pandemia (103,2 a febbraio 2020), ma non ancora sopra la media del 2019 (105,2 punti). Nel 2022 la carenza di materie prime, semilavorati e manodopera, al momento concentrata in alcune filiere produttive e in alcune aree geografiche, "potrebbe penalizzare maggiormente l'attività economica di quanto rilevato nell'anno in corso, il che giustificherebbe un andamento ancora in crescita ma su livelli più contenuti. Nel complesso del 2021, l'attività industriale in Italia è attesa aumentare di circa il 10,9% e del 3,5% nel 2022, in termini di valore aggiunto".

"La guardia va tenuta alta sia per garantire che il rimbalzo in atto sia alto a sufficienza per colmare il divario causato dalla recessione 2020, sia per fare in modo che il tasso di crescita del Pil italiano dal 2022 in avanti sia solido e duraturo. Questa è la vera sfida per l'Italia". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, presentando il Rapporto di previsione del Csc 'Quale economia italiana all'uscita dalla crisi?'.

"La ripresa italiana - ha sottolineato Bonomi - è bene avviata ma nonostante le prospettive positive lo scenario presenta alcuni rischi al ribasso che riguardano diversi elementi di incertezza: dall'evoluzione dei contagi alle carenze importanti di materie prime e semilavorati e conseguenti pressioni sulla dinamica dei prezzi".

Allegati

Rapporto di previsione CSC - ottobre 2021 (1).pdf

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